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Compagnia dell’Arte dei Testori

Compagnia dell’Arte dei Testori

Informazioni

In un terrilogio dei beni della Compagnia, risulta che la sede era nella parrocchia di San Frediano, in un luogo detto Sant’Andrea in Pelleria. Lo stemma si riferisce ai Tessitori della Seta, una corporazione molto importante nell’economia di Lucca, a partire dal IX-X secolo. Il massimo splendore di questa attività venne raggiunto nel Duecento, quando i mercanti lucchesi crearono un fondaco in Siria per un più agevole approvvigionamento della materia prima. In questo contesto i tessitori avevano un ruolo fondamentale. La produzione di sciamiti, lampassi, velluti, broccatelli dipendeva dalla maestria dei «testori». Si è stimato che fra il XIV e il XV secolo a Lucca vi fossero tremila telai con circa quindicimila addetti. Il grande sviluppo dell’arte della seta generò, tuttavia, una disparità economica fra i mercanti ed i tessitori e i piccoli artigiani, causando lotte interne che ebbero ripercussioni negative sulla vita economica della città: una consistente parte di coloro che erano impegnati nella lavorazione, di volontà propria o perché banditi, lasciarono Lucca, importando i segreti della loro arte e la loro abilità nei centri italiani ed esteri nelle quali si stabilirono. Il declino inesorabile dell’economia della seta sboccherà nella ‘rivolta degli Straccioni’ del 1531, mossa dai tessitori a seguito delle decisioni governative di ridurre la produzione tessile a causa dell’eccesso di produzione rispetto alla capacità di assorbimento da parte dei mercati; per sedarla fu consentita la produzione tessile a chi possedeva almeno un telaio in proprio e fu designata la Corte dei Mercanti, anziché la corporazione dei tessitori, a porre il marchio di garanzia ai tessuti; fu così inevitabile la rivolta. L’Università dei tessitori di seta realizzò un altare presente in San Francesco che reca, sui plinti delle colonne, lo stemma della corporazione con la raffigurazione del ‘torsello’, il sacco di iuta con la seta grezza, e due spole intrecciate; nel timpano è riportata la seguente dedica: «DIVO FRANCISCO PAUPERTATIS AMANTI / DEUPAPERATA TEXTORUM UNIVERSITAS / D[ICAVIT]»