L’anno dell’acquisto del palazzo da parte di Guglielmo di Bartolomeo Fatinelli, il 1370, non consente di identificarlo con quello dove, oltre un secolo prima, i suoi antenati, comunque attestati in contrada San Frediano, avevano accolto come fantesca una giovanetta proveniente dal paese di Monsagrati: la futura Santa Zita. Ancora leggibile, per la tipologia delle finestre, la ristrutturazione cui i Fatinelli hanno sottoposto l’edificio nel Cinquecento, mentre appartengono alla fine del secolo successivo la sistemazione decorativa del pozzo, da cui la santa avrebbe attinto l’acqua, e lo stemma sopra il portone d’ingresso, nel quale la presenza del trigramma bernardiniano appare in antinomia col timbro squisitamente profano e di grande finezza esecutiva delle due arpie che lo affiancano. Probabile che possa trattarsi del riutilizzo in chiave religioso-devozionale di un’insegna già esistente.