La presenza di quello che appare essere lo stemma dei Burlamacchi, collocato subito al di sopra dell’edicola votiva con l’immagine del Volto Santo, su un edificio dalle modeste forme architettoniche, lascia presupporre che questi fossero proprietari dell’intero immobile utilizzato come opificio probabilmente per la lavorazione della seta, attività alla base della loro ricchezza. Ancora oggi, la via del Fosso è caratterizzata da una precisa tipologia edilizia legata alle esigenze dei setifici: le altane aperte ai piani alti, come nel nostro caso, erano usate come stenditoi e i grandi ambienti voltati su pilastri al piano terra permettevano di ospitare i congegni meccanici alimentati dall’acqua del canale, quest’ultimo delimitato da spallette su cui si disponeva il prodotto ad asciugare.
