Tra il 1490 e il 1548, grazie all’acquisizione di case, orti giardini contigui alla chiesa dei Santi Giovanni e Reparata ad opera di Tommaso di Jacopo e del figlio Andrea, la famiglia Bernardi amplia in modo considerevole i confini della sua proprietà nei pressi del Duomo, dove, in posizione d’angolo tra via San Donnino e via del Battistero, già possedeva una dimora. Citata nei documenti come «Palazzo Nobile» questa toccherà in eredità ai figli di Andrea mentre il fratello minore Giovan Battista ne edificherà una di sua esclusiva proprietà, contigua alla chiesa dei Santi Giovanni e Reparata, identificata, anche per le dimensioni contenute, come «Palazzina nuova». La nomina a vescovo di Ajaccio conseguita nel 1548 da Giovan Battista, spiega la presenza della mitria vescovile al di sopra dello stemma familiare sul portale d’ingresso. Per via documentaria i lavori alla residenza risultano conclusi, o sul punto di esserlo, prima del 1577, circostanza che porta ad escludere la tradizionale attribuzione del suo progetto a Bartolomeo Ammannati, a Lucca in quell’anno e in quello successivo. All’ancora anonimo architetto, comunque da ricercarsi in ambito lucchese, è anche da assegnare il bellissimo muro che cinge la proprietà sulla piazza. Due disegni del Settecento, di Georg Christoph Martini e di Bernardo Bellotto testimoniano la presenza di due botteghe ai lati del portone della palazzina e di una ringhiera in ferro a coronamento del muro del giardino poi sostituita da una balaustrata. Nel 1840, a famiglia estinta, la palazzina è acquisita dal duca Carlo Ludovico di Borbone e destinata a funzioni di utilità pubblica; dopo sette anni ne entra in possesso Michele Arcangelo Micheletti, Primicerio della Cattedrale, già proprietario del Palazzo Nobile. Attualmente entrambi gli edifici sono di più proprietari.