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Villa ex-Buonvisi, poi Bottini

Descrizione

san_martino

Una serie di documenti consente di datare intorno al 1566 l’edificazione della dimora, voluta da Paolo Buonvisi, e al 1589 la conclusione dei lavori al giardino, ingrandito rispetto a quello prima previsto. In quell’anno la proprietà, fino allora divisa in più rappresentanti della famiglia, perviene per intero a Bernardino Buonvisi. Tradizionalmente è ritenuta il prototipo della villa lucchese, qualifica tipologica derivatale dal fatto di sorgere in un’area ancora dominata da ampi spazi verdi, assimilabile, come luogo ideale per funzioni di rappresentanza e incontri eruditi, a quella edificata nel Quattrocento, in posizione ancora più decentrata da Paolo Guinigi (oggi Museo nazionale). Incerta l’identificazione del suo artefice, da ricercarsi nell’ambito Bartolomeo Ammannati-Vincenzo Civitali e ben a conoscenza anche delle teorie architettoniche codificate, e con gran successo, da Sebastiano Serlio.
La residenza è costituita da una struttura quadrangolare con seminterrato, piano nobile e primo piano, di altezza ridotta e con una loggia belvedere un tempo aperta; la facciata principale dà sull’ingresso in via Elisa, in asse e in comunione di linguaggio architettonico con la chiesa della Santissima Trinità; quella posteriore, con loggia, è rivolta verso il giardino che si presenta di forma rettangolare e chiuso da alti muri sui quali si aprono tre portali e finestre. È suddiviso in quattro settori e si conclude con una quinta scenografica costituita da un ninfeo. Nel 1811 la villa fu venduta dagli eredi di Maria Caterina Buonvisi a Felice Baciocchi per poi passare alla famiglia Bottini; oggi è di proprietà comunale.

 

Altri stemmi e famiglie presenti nel palazzo

Stemma della famiglia Buonvisi3